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L'antica Scuola Medica
Salernitana: I trattati
a cura di Paolo Cavallo
Il Regimen Sanitatis
Salernitanum
È uno dei più
famosi poemi della storia della medicina e della letteratura. La
sua stesura sembrerebbe collocarsi tra il XII e il XIII sec. e
ce ne sono pervenute circa cento versioni manoscritte e circa
300 stampe. René Moreau, uno studioso seicentesco del Regimen,
sostiene che l'allora futuro re d'Inghilterra Roberto, figlio di
Guglielmo il Conquistatore, si fermò a Salerno sulla via del
ritorno dalle crociate per curarsi le ferite provocate dai
combattimenti. I medici salernitani non solo lo curarono, ma gli
dedicarono anche un manoscritto contenente
precetti per una vita ed un'alimentazione sane e corrette. In
tutta Europa circolarono diverse edizioni e versioni del Regimen,
complete di commenti che aggiungevano o toglievano elementi
dalla versione originale. L'opera fu tradotta in diverse lingue
e continuamenteresa
attuale rispetto ai
contesti storici in cui veniva riedita.
Il poema divenne famoso e tenuto in grande considerazione in
ambito medico sino al XIX sec. Ancora oggi sono in voga nel
nostro linguaggio termini ed espressioni coniati proprio nel
Regimen come "cattivo umore", "sangue marcio", etc.. L’opera Si
basa su consigli di uso comune e ciò ne fa anche uno strumento
di conoscenza degli usi e dei costumi, delle credenze, e delle
pratiche medievali.
Praefatio
Anglorum regi scribit schola tota Salerni:
si vis incolumem, si vis te reddere sanum,
curas tolle graves, irasci crede profanum,
parce mero, cenato parum, non sit tibi vanum
surgere post epulas, somnum fuge
meridianum,
non mictum retine, nec comprime fortiter anum:
haec bene si serves, tu longo tempore vives.
si tibi deficiant medici, medici tibi fiant
haec tria, mens laeta, requies, moderata diaeta
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